ASSOCIAZIONE NON LUCRATIVA
Nel 1849 l’abate Boselli ed il numismatico Gandolfi, su sollecitazione del Principe Carlo Alberto, con altri amanti dell’arte fondarono la Società Promotrice di Belle Arti con lo scopo di...
“eccitare gli artisti ad una proficua emulazione propagandando notizia dell’opera loro “.
La prima mostra ebbe luogo al Palazzo dell’Accademia, fra gli espositori, Niccolo Barabino, Domenico Cambiaso Giuseppe Isola, Tammar Luxoro ed i maggiori esponenti della pittura ligure.
A questa esposizione tante ne seguirono nel ridotto del Teatro Carlo Felice, con alterne fortune, ma tutte esercitando notevole influenza sull’arte ligure, dando all’associazione prestigio ed autorevolezza.
Per sostenere i pittori la Promotrice, a cui si aderiva sottoscrivendo una “quota”, acquistava dei quadri che poi assegnava ai quotisti con una lotteria.
Molti furono i soci illustri: il Re d‘Italia, i Reali di Spagna, i Marchesi Spinola, Pallavicini, Doria Pamphili, Sauli, Serra Giuseppe Verdi, il pasticcere Romanengo e anche il sarto Bianconi ed il “barbiere” Lorenzi, a dimostrazione che l’interesse per l’arte non ha censo.
Le mostre erano occasioni di dibattiti, di consensi e di critiche che si concludevano con accese dispute fra le opposte opinioni e che spesso sconfinavano in scontri fisici, come testimoniano le cronache dell’epoca, ma che comunque erano diventate uno degli appuntamenti mondani più importanti dell’anno.
Alle rassegne erano invitati, oltre che i maggiori pittori liguri, anche artisti d’altre regioni come Segantini, Dall’Oca Bianca, Delleani, Pelizza da Volpedo, Fattori ecc.
I prezzi erano di favore; nel 1892, Plinio Nomellini chiedeva 800 lire, Delleani solo 500 lire e Varni, che voleva 1500 lire per le sue “lavandaie”, era considerato “enormemente esoso
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